Il Cammino di S. Francesco Caracciolo

di Alessandro Cugini

 

"Camminare da un senso di libertà - afferma uno dei riferimenti mondiali del trekking -  perché è contrario a tutto quello che spinge più veloce, più in alto, più forte. Quando cammino tutto si muove più lentamente, il mondo sembra ammorbidirsi e per un momento non inseguo i miei impegni di casa:  camminare è una zona franca"[1].

Un tempo ed uno spazio per chi cammina non sprecare un'occasione: "Un'acquasantiera mi ricordò un lago che avevo visto e il minuscolo lago davanti a me....e pensai: fa' che io sappia guardare e che trovi le parole per raccontare ciò che ho visto"[2].

Ed infine una opportunità per gli altri: "Il tempo passato sui sentieri significa salute, gli euro spesi da chi trascorre le sue vacanze in cammino hanno un ruolo importante nell'economia di zone sempre più vaste del Paese[3]".

Riflessioni proprie anche del Cammino di San Francesco Caracciolo, le cui valenze[4] sono:

- i rapporti del camminatore/visitatore con la natura (il percorrere e guardare i luoghi del Santo),

- la dimensione spirituale (il discernimento promosso dalla memoria del Santo e delle sue qualità),

- la relazione con gli abitanti e le comunità dei luoghi (l'animazione socioeconomica del territorio).

Il percorso del Cammino nella natura è una via di senso.  "Cammino lentamente, non corro quasi mai - ha affermato di recente lo scalatore Reinhold Messner - la natura non è un campo da ginnastica: io vado per vedere e sentire con tutti i miei sensi: non serve l'Himalaya per camminare in sintonia con l'ambiente, alla riscoperta dei percorsi dei pellegrini intrapresi alla ricerca di una dimensione di individualità[5]". “L'heritage culturale per una nuova economia della bellezza… è l'unico segmento a concentrarsi sul mood, sul feeling e sul sentiment del viaggiatore contemporaneo", aggiunge il maggior esperto della mobilità dolce in Italia.[6]. In oltre 500 chilometri, da Loreto a Napoli, passando per città e borghi, parchi naturali e tratturi, il percorso è un caleidoscopio di bellezze naturali da fruire in chiave spirituale, di ricerca del Creatore.

Il Cammino è un viaggio spirituale. In Italia oggi il turismo religioso non è più soltanto viaggio verso le mete devozionali, ma è "via della fede" rivolta - come nel caso del Cammino di san Francesco Caracciolo - ai suoi devoti,  ai non praticanti, a coloro che, di ogni età, fede o nazionalità, anche al di fuori del cristianesimo, siano desiderosi di una “esperienza di senso”. Oggi il pellegrino-turista è animato da una ricerca di spiritualità personale, il suo andare produce raccoglimento, umiltà, pazienza, perché è una forma deambulatoria di preghiera offerta incondizionatamente al genius loci ed al mondo circostante[7]. Se è giovane, poi, il suo profilo esistenziale è spesso caratterizzato più dall’essere “in ricerca” circa il senso della vita e le questioni ultime dell’esistenza che dal fatto di riconoscersi e collocarsi in una qualche posizione religiosa o non religiosa[8]. Come dice Casucci, da ogni viaggio si torna con il ricordo di qualcuno più che di qualcosa: il sentimento religioso tratto dall’esperienza spirituale è, perfino per l’esistenzialismo tendenzialmente agnostico, l'unica testimonianza interiore della verità di fede [9].

A partire da 50 km. tra Montebello (CH) ed Agnone (IS), i luoghi della nascita e della morte del Santo, stiamo[10] organizzando una rete di Turismo Religioso Integrato[11]: non solo trekking, ricettività e  ristorazione ma  Risorse Umane: da formare per svolgere i compiti di animazione del territorio e di guida, per renderli professionalmente competenti.

Il turismo religioso integrato promuove il lavoro, la coesione sociale di comunità e tra comunità limitrofe, l'animazione socioeconomica del territorio. A livello nazionale fiorisce la concertazione tra Enti locali e le forze del territorio per  reti turistiche di comunità mediante l'apprendimento di buone pratiche, come, ad esempio, quelle dei “Borghi più belli d'Italia”, del Programma "Bandiere Arancioni TCI" e delle Cooperative di Comunità (promosse anche da alcune Regioni come le Marche, l'Abruzzo, il Molise e la Campania, ove passa l'itinerario del Cammino di San Francesco Caracciolo). Nuove opportunità di  sviluppo culturale, sociale ed economico - dicono ricercatori italiani[12] - creano un moltiplicatore di presenze turistiche purché l'Area Vasta fruisca di idonei servizi (alloggi, logistica, ristorazione, agenzie viaggi, attività culturali, sportive e ricreative) e di offerta innovativa multidisciplinare. Il Cammino di san Francesco Caracciolo ha scelto la multidisciplinarietà come elemento chiave, un'animazione territoriale basata sullo studio delle sue diverse componenti (società e ambiente, attori e risorse, storie e tradizioni, cultura, tradizioni artistiche e di arte sacra).

La partecipazione da parte delle popolazioni alla memoria del Santo, modello di vita, vuol dire accoglienza. Il Cammino sarà formato da una rete di "TAPPE AMICHE".

L'itinerario valorizza e promuove territori ed il loro patrimonio religioso  artistico e culturale.

 I 578 km. non devono spaventare il camminatore......una buona metà possono essere percorsi con modalità multimodale (auto, treno, pullman), di tappa in tappa.  Le Tappe già organizzate sono quelle di Montebello - Montelapiano 6 km; Montelapiano - Villa Santa Maria 4 km; Villa Santa Maria - Roio del Sangro - Rosello 13 km; Rosello – Montecastelbarone – Agnone 17 km.

 

MARCHE: 8 tappe in 120 km ( modalità prevalentemente multimodale) da LORETO ad ASCOLI PICENO;

ABRUZZO: : 17 tappe in 245 km (trekking  pedonale e/o ciclistico) da ASCOLI PICENO AD AGNONE;

MOLISE: 6 tappe in 93 km (trekking  pedonale e/o ciclistico) da AGNONE al MATESE;

CAMPANIA: 5 tappe in 120 km (modalità prevalentemente multimodale) da MATESE a NAPOLI

 

Il Cammino interpreta ed attualizza, dopo 500 anni, il messaggio spirituale del Santo, patrono dei cuochi d'Italia, trasfondendolo in turismo religioso innovativo, perché integrato e per tutti, ma vuole anche aiutare sia chi ne voglia fruire come ricerca della bellezza[13] dei luoghi e delle opere umane, sia chi voglia crearsi un lavoro nella divulgazione culturale e spirituale, nella guida alle escursioni, nella ricettività, nell'enogastronomia.

 

Note

[1] Kalle. E, Camminare: un gesto sovversivo, collana Stile Libero Extra, Einaudi, 2018.

[2] Cognetti. P. Senza mai arrivare in cima, Einaudi, 2018, p.59

[3] Ardito.S, Introduzione alla collana "Cammini: viaggiare a piedi in Italia ed in Europa", National Geographic, La Repubblica, 2020.

[4] Ordine Chierici Regolari-Padri Caracciolini - Associazione Laici Caracciolini, Cammino di San Francesco Caracciolo, PFTIM, Napoli, 2018.

[5] Nell'intervista di  Taccani .L, Elogio della lentezza, La Repubblica, inserto Week end, 25.9.2020

[6] Ceschin F.M., Non è petrolio: heritage culturale, dal grand tour ai selfie, per una nuova economia della bellezza, Grenzi Ed., 2015

[7] Le Breton. D, Il mondo a piedi: elogio della marcia, UEF Universale Economica Feltrinelli, 2003, pag 104.

[8]  Garelli. F. Che cosa pensano i giovani della fede? Aggiornamenti sociali, marzo 2018.

[9] Casucci. P, Camminando: incontri di un viandante, UEF Universale Economica Feltrinelli, 2019, pag 5.

[10] L'Ordine dei Chierici regolari Minori caraccioli, l'Associazione laici caracciolini, un Team da me diretto.

[11] La Scuola Arte e Teologia della Facoltà Teologica di Napoli, Sezione S. Luigi, con un Diploma,  forma queste nuove figure professionali. Su ciò, vedi www.scuolaarteteologia.it e Cugini.A, Religious Light Tourism, SAFAT-PFTIM, n. 10 della collana Quaderni, Napoli 2018.

[12] Capasso. S, L'interdipendenza economica e produttiva tra il Mezzogiorno ed il Nord Italia:un paese più unito di quanto sembri, in  ricerca di SRM - Prometeia sui rapporti produttivi ed economici tra il Nord ed il Mezzogiorno, Giannini Ed. 2014

      [13] Conferenza Episcopale Italiana, Bellezza e speranza per tutti, Ufficio pastorale turismo, tempo libero e sport,Vaticano, 2018.

  


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