Francesco Ciardiello

GIOVANI ARTISTI

Francesco Ciardiello

Studi d’Arte Ciardiello

Prende avvio con questo numero una nuova Rubrica di ArtiSacre News: Giovani Artisti. Ogni numero incontreremo e dialogheremo con un giovane Artista, che ha intravisto nell’Arte Sacra una possibile professione ma soprattutto un modo per esprimere una propria passione. Questo mese incontriamo Francesco Ciardiello degli Studi d’Arte Ciardiello.


ASN - Qual è la prima cosa che pensi quando ti commissionano un’opera o un progetto?


FC - Sicuramente, per ogni commissione, ciò che provo immediatamente a fare è capire e fare chiarezza su ciò che ho avanti. Nell’ immediato provo a elaborare schematicamente tutte le informazioni ed entrare in modo razionale nei pensieri del committente. Per deviazione professionale e personale, però, provo a dare consigli secondo la mia esperienza sul campo e vado già oltre cominciando, mentalmente, a modellare e a pensare di getto a tutto ciò che potrebbe fare dell’opera un qualcosa di unico, specie se per quest’ ultima ho ampia libertà di espressione.

ASN  - Quali sono le fasi preparatorie alla realizzazione?

FCMolto dipende anche dal tipo di commissione. Nella maggior parte dei casi inizio con uno studio iconografico e storico plasmando tutte queste informazioni di caso in caso. Sicuramente la fase più importante e lunga è quella progettuale. In questa fase cerco di relazionarmi frequentemente con il committente per coinvolgerlo passo dopo passo nella creazione del bozzetto, a monte e a valle della modellazione plastica. Ultima fase, forse meno importante, ma complessa è la scolpitura dell’opera: qui sono scrupolosamente attento ai dettagli, alla fluidità delle forme e alla dinamica che in qualche modo ho il dovere di conferire a qualcosa di fisicamente statico.

ASN  - Quali i passaggi più stimolanti per un giovane?

FC  - Sicuramente la parte modellativo scultorea. Fino a qualche decennio fa questa parte veniva interamente svolta a mano, da qualche anno, invece, durante la parte modellativa faccio uso della tecnologia, realizzando, con le stesse tecniche plastiche manuali, bozzetti virtuali per poi usufruire, nella sbozzatura, dell’ausilio di macchine a controllo numerico o robot antropomorfi. Sicuramente, considerati gli interessi più comuni dai giovani, questa dovrebbe essere la parte più stimolante. Nel mio caso non è così: l’emozione dello scavare con le proprie mani la dura pietra e dar vita a qualcosa di vivo non ha prezzo. É questa per me una passione travolgente, le problematiche regalano esperienza, il sudore e sacrificio donano prima o poi soddisfazioni. Non ci sono forse fasi meno o più stimolanti, è l’essenza e la bellezza del pensare che qualcosa che si crea per emozionare, alla fine emoziona e tocca il cuore e la tua vita in modo indelebile.

ASN - Qual è l’opera che ha significato di più per te?

FC - Ogni opera ha per me un significato, una storia e emozioni diverse. É assai complicato rispondere, ma tra le mie ultime opere sicuramente la più significativa é la riproduzione del gruppo scultoreo di San Martino nella Cattedrale di Bratislava. Quest’ opera mi ha dato tanto, e mi sta regalando ancora molto: l’ avvicinamento alla Chiesa e alla comunità slovacca mi ha permesso di conoscere una storia molto spesso dimenticata, stimare e legare una profonda amicizia e di comprendere una realtà Cristiano cattolica guidata da tanta fede in Cristo. A conclusione, penso che in arte sacra, il concetto di opera ben riuscita sia lontano dal solo virtuosismo scultoreo figurativo. Un’opera è tale se la preghiera, la passione e l’amore in Dio, profusi durante la realizzazione, restano racchiusi in essa: da semplice pietra trasformarsi in sola, pura emozione e gioia nel pregare e contemplare Dio con lo sguardo, con gli occhi e soprattutto con il cuore.


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